N° 23

 

IL SEGNO DEL SERPENTE

 

(PARTE QUARTA)

 

 

OCCHI DI SERPENTE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Il luogo: la stanza di un prestigioso hotel nel cuore di Manhattan. L’uomo: anziano, molto anziano, di bassa statura, i capelli radi ormai del tutto bianchi, il volto un reticolo di rughe. La situazione: seria. L’ospite: Jeff Mace, Capitan America.

-È un piacere averti qui capitano, ho sentito delle tue imprese, sei in gamba, all’altezza del nome che porti.- dice il vecchio, la voce è ancora vibrante.

            Il giovane chiamato Capitan America fa una smorfia.

-Non credo che mi abbia chiamato qui per parlare del mio curriculum. Sir Roger.- dice –Nick Fury ha parlato di una missione di soccorso. Ho accettato di venire qui e lei sa il perché. Ora mi dica cosa dovrei fare.-

            L’uomo che risponde al nome di Sir Roger Aubrey si concede un sorriso.

-Hai grinta ragazzo. Bene, mi piace, tuo padre dev’essere fiero di te. Vuoi sapere qual è il problema? Qui c’è qualcuno che può spiegartelo meglio di me.-

            Si fa avanti un uomo sui cinquant’anni ben portati, fisico asciutto capelli neri spruzzati di bianco specie sulle tempie.            Quando parla sfoggia un impeccabile accento inglese:

-Il mio nome è John Watkins, per essere precisi: John Watkins Jr.-

-Io la conosco.- esclama Cap stringendo la mano che lui gli porge –Lei è il figlio dell’originale Citizen V e si diceva che l’attuale Citizen V fosse sua figlia, a parte il fatto che è stata smascherata come Heike Zemo e che, a quanto ne so, lei non ha figlie.-

-Dritto al punto eh?- ribatte Watkins –Beh chiariamo subito una cosa: Heike Zemo non è e non è mai stata la vera Citizen V, ne ha solo preso il posto. La vera Citizen V è prigioniera. Per mesi ho cercato di rintracciarla, finalmente, ora il segnalatore nel suo costume è stato attivato. Sappiamo dov’è ed abbiamo organizzato una spedizione di soccorso. Vorremmo chi vi partecipassi anche tu, che la guidassi.-

-Io? Che vi fa pensare che abbia le qualità di un leader?-

            Sir Roger da un’occhiata verso Watkins e poi riporta lo sguardo su Cap.

-Mi sembra ovvio, sei Capitan America, dopotutto, no?-

 

            Quello era solo 12 ore fa; ora tu, Capitan America, assieme alla vera Citizen V, ti trovi in una base segreta sui Monti Appalachi ad affrontare ben 12 membri della Società dei Serpenti: Anaconda, Aspide, Bitis, Black Racer, Cervone, Colubro, Crotalo, Diamante, Fer De Lance, Mamba Nero, Marasso, Rock Python.

            Quello chiamato Bitis, evidentemente il capo di questo gruppo, si rivolge proprio a te:

-Tu e la tua amica avete sbagliato a venire qui da soli, Capitano. Non ce la farete mai contro tutti noi.-

            Fai un bel sospiro, possibile che questi cosiddetti cattivi debbano sempre fare discorsi simili? Pieghi le labbra in una specie di sorriso e rispondi:

-E chi ti ha mai detto che siamo venuti soli?-

-Infatti non è solo, ci siamo anche noi.- dice, improvvisa, una voce alle spalle dei Serpenti, i quali si girano e trovano schierati cinque personaggi in costume: tre donne e due uomini.

-E voi chi sareste?- sibila Crotalo –Non mi sembra di avervi gia visto prima.-

-Se proprio vuoi un nome…- risponde un ragazzo apparentemente sui 20 anni, il costume è una tuta bianca, a parte stivali, guanti e cappuccio ed un disegno a spirale sul petto e quello di una trottola sulla schiena, tutti neri. Il suo interlocutore non può saperlo, ma sotto la maschera, c’è il volto di un ragazzo di colore. -… puoi chiamarci Commando V, se ti va. Io sono Topspin.-

            Accanto a lui: una ragazza apparentemente di meno di 30 anni, bionda, snella, la parte superiore del viso coperta da una specie di grandi occhiali a specchio, indossa un costume sgambato rosso con i bordi dorati come i guanti e gli stivali alti. Ha i pugni serrati.

-Io sono la Bionda Fantasma, bel nome vero?- dice.

            Al suo fianco, un uomo massiccio, circa un metro e 90, un fascio di muscoli in un costume completamente verde, il cui cappuccio gli lascia scoperta solo la zona inferiore del viso, gli occhi coperti da un visore rosso, così com’è rosso il simbolo dell’atomo disegnato in rilievo sul suo petto.

-Mi chiamo Nuklo.- si limita a dire con voce grave.

            La quarta è una ragazza dai lineamenti asiatici, giapponesi per l’esattezza. Indossa un costume dorato, che termina in una minigonna. In vita ha una cintura nera con un disco solare inciso nella fibbia. Gli stivali sono dorati anch’essi, come pure la maschera in stile domino che le copre la zona tra gli occhi ed il naso. Le mani mandano lampi elettrici e piccole lingue di fuoco.

-Puoi chiamarmi Glitter.- sono le sue sole parole.

            L’ultima è una donna dai capelli castano rossicci, che spuntano appena da un cappuccio che le copre il capo, il resto del corpo è inguainato in un costume azzurro, a parte guanti, cintura e stivali, che sono rossi. Azzurro è pure il corto mantello. Il volto è interamente coperto da un maschera e gli occhi da lenti a senso unico come quelle dell’Uomo Ragno. La sua voce risuona distorta da un filtro vocale.

-Io sono Lady Thunderer.- afferma.

-Ma chi diavolo siete?- esclama Rock Python –Non abbiamo mai sentito parlare di voi.-

-Ma ci ricorderai, dopo, puoi contarci.- replica Topspin.

-hai molta arroganza, ragazzino, ma noi siamo dei professionisti.- replica, Marasso, poi una mano guantata di rosso gli picchietta sulla spalla e lui si volta per trovarsi di fronte al tuo volto nel familiare cappuccio con le alucce e la A stampata in fronte.

-I professionisti non dovrebbero mai dimenticarsi degli avversari che hanno alle spalle, giusto?- gli chiedi con chiara ironia, poi gli sferri un pugno che lo spedisce dritto sul pavimento.

            E lo scontro comincia.

 

            Ad alcune miglia di distanza più a sud, nella tentacolare metropoli chiamata New York, Sam Wilson si sta concedendo una pausa dal lavoro in un diner vicino al suo Quartier Generale Elettorale. Quando è entrato, è stato subito riconosciuto da quasi tutti i presenti, cosa niente affatto strana, con tutti quei manifesti con la sua faccia in giro per Harlem e poi, neanche prima era esattamente uno sconosciuto. Ha stretto un bel po’ di mani, risposto a qualche domanda, si è preso qualche pacca sulla schiena. Tutta routine se vuol vincere la corsa per il seggio vacante del 28° Distretto del Senato dello Stato di New York. Il guaio è che lui ha voglia di stare solo e pensare. Quel che il suo attuale manager elettorale e sua ex donna, Leila Taylor, gli ha detto poco prima: che ha sposato il suo precedente capo, il Senatore degli Stati Uniti Kamal Rakim ed è madre di due gemelle, è una notizia se non proprio sconvolgente, almeno sorprendente. Sam esce dal diner e, pochi minuti dopo, la figura alata di Falcon si libra sui cieli di Harlem.

            Il supereroe si gode il volo, lasciando, finalmente, corso libero ai suoi pensieri.

            Lui e Leila Taylor erano stati una coppia per più tempo di quanto riuscisse a ricordare, il che era buffo, in un certo senso, considerato che, quando si erano conosciuti, lei era un membro del Potere Nero più radicale e vedeva in lui né più, né meno che un servo del sistema. Fu una relazione che durò a lungo e morì quasi senza che se n’accorgessero, forse uccisa dalla noia o chissà che altro. Ad un certo punto, lei era partita per Washington per lavorare nello staff del Senatore Rakim e lui era rimasto a New York a dividersi tra i compiti di un assistente sociale e quelli di supereroe. Quasi senza accorgersene, smisero di sentirsi e poi lui fini in quel bizzarro Rinasciverso con Cap, quello originale ed i Vendicatori.[1] Al suo ritorno non aveva mai pensato a cercarla sino a quando, pochi giorni prima era comparsa nel suo ufficio, accompagnata dal Presidente del Consiglio di Quartiere di Harlem. Quanto a Rakim: è una specie di Jesse Jackson laico, uno dei leader radicali più noti. È stato compagno d’università della Pantera Nera quando T’Challa studiava negli Stati Uniti. Quando non presenzia alle sedute del Senato ama andarsene in giro in dashiki, un abito tradizionale africano. Kamal Rakim, ovviamente non è il nome con cui è nato, l’ha cambiato quando era all’Università, per far risaltare le sue origini etniche, il legame con la terra madre, l’Africa. Da quando una serie di circostanze fortunate l’ha portato al Senato degli Stati Uniti, le sue idee politiche si sono alquanto moderate, ma ciò non toglie che dal punto di vista politico, pur avendo la pelle dello stesso colore e dichiarandosi dello stesso partito, Sam e Rakim siano spesso su opposte barricate riguardo ai temi della questione razziale. Ora quell’uomo ha sposato Leila ed il padre delle sue figlie. Sam sente una specie di senso di vuoto adesso ed è questa la cosa buffa, in fondo. Non aveva più pensato a Leila da un sacco di tempo, dopotutto.

            Se non fosse distratto dai suoi pensieri, forse si accorgerebbe degli occhi puntati su di lui da un tetto vicino e del mirino che lo sta inquadrando.

 -È lui, finalmente.- dice uno di coloro che lo spiano.

-L’ho inquadrato perfettamente.- replica quello col fucile di precisione –Ancora un attimo e Mr. Falcon andrà al creatore e Morgan sarà soddisfatto.-

 

 

2.

 

 

            Il tuo pugno a Marasso è il segnale d’avvio della rissa. Tutti si gettano contro tutti e tu ti ritrovi con Rock Python che ti si lancia addosso, alle tue spalle.

-Maledetto Capitan America!- ti urla –Ti spezzerò tutte le ossa!-

            Bene, pensi, tu colpisci Marasso e si arrabbia Rock Python. Oh beh, almeno sono solidali. Ti lanci in avanti, evitando la sua presa e, contemporaneamente, lo colpisci con un calcio a piedi uniti che lo proietta contro la vicina parete. Dev’essere la terza volta che gli capita da che è cominciato il combattimento, ma se è così che vuole… La coda di Colubro cerca di colpirti come una frusta, ma tu sei già saltato e lo slancio ti porta proprio contro Crotalo e Cervone, sbattendoli a terra, poi, con una capriola, ti rimetti in piedi, pronto alla prossima sfida. Cervone tenta di rimettersi in piedi, ma lo abbatti con un colpo di scudo. Cavoli, potresti batterli da solo, forse. Quando la coda di Colubro ti avvolge e ti solleva, cominci a pensare che, forse, sei stato precipitoso.

 

            Il suo nome è Sharon Carter ed anche se non ne parla mai è una donna traumatizzata. Non molto tempo fa è stata violata nella sua intimità nientemeno che da demoni infernali. Non è stata solo una questione di violenza sessuale. Anche se sono pochi ad esserne al corrente, ha subito abusi molto peggiori in una prigione orientale molto tempo fa ed è riuscita a mantenere la propria integrità psichica aggrappandosi alla determinazione a sopravvivere a qualunque costo. Ce la fece ed i suoi tormentatori di allora hanno motivo di rammaricarsene. Stavolta, però, è stato diverso; è subentrato un senso di totale impotenza, le dighe che aveva eretto a protezione della sua psiche sono crollate una dopo l’altra: ha urlato, ha pianto, ha supplicato ed infine, per sfuggire a quanto stava succedendo, ha staccato la spina dalla realtà. Non riesce a perdonarselo, ecco la semplice verità. Come potrebbe dirlo a quella psichiatra, quella Sterman? Come potrebbe capire qualcosa che lei stessa non capisce? A volte, quando non riesce a dormire, le è chiaro che a livello di emozioni è come una fontana inaridita. Non riesce a provare rabbia, dolore o perfino interesse per le cose. Ogni giorno si reca in ufficio a Richmond, la Capitale della Virginia, il Limbo dove Nick Fury ha deciso di confinarla, e compie il suo lavoro con meccanica precisione, ma senza stimoli, ogni giorno è uguale al precedente e non le importa assolutamente.

            Andrea Sterman sospira osservando Sharon, come al solito chiusa in un ostinato mutismo. Un’altra giornata persa, sembra, pensa, eppure non può arrendersi così.

 

            Descrizione di uno scontro tra 19 personaggi vestiti di costumi colorati? Un altro bel pasticcio. Questo sta pensando il giovane chiamato Topspin, mentre rotea su se stesso a supervelocità come una vera trottola, deflettendo i dardi di Diamante e colpendo in pochi istanti quanti più Serpenti possibile. Darren Mitchell, questo è il suo nome, ha ereditato i suoi poteri dal nonno, uno di quegli eroi adolescenti della Seconda Guerra Mondiale, che oggi sembrano tanto improbabili e che rispondeva l nome di Trottola Umana. È un mutante, quindi, ma nell’ambiente in cui è cresciuto questo è stato visto come una benedizione; era scontato che un giorno avrebbe indossato un costume e portato avanti la tradizione di famiglia. Lo trovate strano? Ditelo agli altri sei benefattori in costume presenti, per loro è lo stesso. Ovviamente, mentre sferra a Cervone l’ennesimo pugno a supervelocità, Topspin spera che la sua missione d’esordio non sia anche l’ultima.

 

 

3.

 

 

            Il dito si contrae sul grilletto, pronto a lasciar partire il colpo fatale, poi, all’improvviso… un falco cala dal cielo rapidissimo, artigliando la mano del cecchino ed emettendo il suo caratteristico verso stridulo.

-Ma cosa…?- esclama l’uomo, mentre il fucile gli sfugge dalle mani.

            Il suo complice estrae una pistola e spara, ma il falco è già volto via, evitando i colpi e tornando all’attacco, costringendo il secondo uomo, per puro istinto, a proteggersi il volto con le mani.

-Va maledetto uccellaccio!- grida.

            Una mano guantata si posa sulla sua spalla.

-Tsk, tsk, che brutto modo di trattare un’innocente bestiola.-

            Falcon è arrivato, volando, sul tetto, ed il suo pugno stende l’uomo, prima che possa fare una mossa. Il secondo sicario si sta massaggiando le mani ferite, mentre Redwing, il fedele compagno di Falcon, gli sta volando in cerchio intorno. Falcon lo afferra per il bavero e lo fissa negli occhi.

-Sarò breve amico: tu dimmi chi ti ha incaricato di uccidermi ed io non ti affiderò alle amorevoli cure del mio falco, mi sono spiegato bene?-

            L’uomo non prova nemmeno a chiedersi se Falcon sta bluffando oppure no, parla immediatamente:

-Morgan, è stato Morgan, ha messo una taglia sulla tua testa.-

-Ma davvero? E quanto valgo secondo lui?-

-Die… diecimila dollari.-

-Non sarà facile per nessuno riscuoterli, te lo assicuro.-

            E con un pugno Falcon stende anche lui.

-Così impari a rovinarmi la giornata, idiota.-

 

            Il luogo? Naturalmente è segreto. L’uomo? Il suo nome è Helmut Zemo, il tredicesimo Barone di quel nome. Suo padre Heinrich è stato uno dei più fieri avversari dell’Originale Capitan America nei giorni bui della Seconda Guerra Mondiale, un campione del Nazismo, secondo in malvagità solo al Teschio Rosso, tento che come lui doveva celare il suo volto dietro un cappuccio. Uno dei crimini di Heinrich Zemo è stato, senza dubbio, l’aver avvelenato la mente del figlio, trasmettendogli in eredità la sua sete di potere ed un odio inestinguibile nei confronti di chiunque vesta i panni di Capitan America. Lui ed il nuovo Capitan America non si sono mai incontrati sinora, ma le cose cambieranno presto. Sarebbe facile: gli basterebbe premere un pulsante e l’intera montagna dove sua moglie, la cara Heike, che ha deciso di mettersi in proprio, ha posto il suo rifugio sarebbe vaporizzata in pochi istanti ed il nuovo Cap, quei ragazzini che l’accompagnano, Citizen V, chiunque sia la donna nel costume una volta indossato da lui, e 12 membri della Società dei Serpenti, per non parlare degli sgherri della Baronessa, sarebbero finiti per sempre. Perdite insignificanti in confronto alla sua vendetta. Sarebbe facile, si, troppo facile morire così per l’oggetto del suo odio.

-No!- esclama –Non ti concederò una fine così rapida ed indolore, Capitano! Il tuo predecessore è ormai aldilà della mia vendetta, ma tu… se tu ed i tuoi amici vincerete contro la Squadra dei Serpenti, allora vivrai per morire per mano mia e la tua interferenza con i miei piani e la vita mia e della mia famiglia sarà finita per sempre.-

            Il dito si allontana dal pulsante e Zemo torna ad osservare il monitor panoramico.

 

            Black Racer e Fer De Lance. In natura due pericolosi serpenti della famiglia dei crotali ; qui ed ora: due donne molto pericolose quanto i loro omonimi e la ragazza dinanzi a loro ne è ben consapevole.

-E così saresti la Bionda Fantasma? Che nome cretino.- dice Fer De Lance.

-Parla una che porta il nome di un serpente va in giro con una tuta che le evidenzia la cellulite.- ribatte la loro avversaria.  La risposta di Fer De Lance non è il caso di riportarla, tanto le sue azioni parlano per lei. Mentre con le sue lame da polso tenta di aprire un altro buco accanto all’ombelico della Bionda Fantasma (e, per carità, non confondetela con il Fantasma Biondo, quella era un’altra ed è storia antica.) Wanda Louise Mason avrebbe buoni motivo per chiedersi chi gliel’ha fatto fare di ficcarsi in questo pasticcio, ma ha già la risposta, purtroppo per lei: pura e semplice incoscienza e contro quella non c’è rimedio che tenga. Evita un fendente che l’avrebbe fatta diventare un vero fantasma ed imprigiona il polso di Fer De Lance in una stretta ferrea, poi lo fa ruotare, spingendo l’avversaria a terra. Allenarsi in arti marziali è servito, pare. È stato facile dopotutto. Non la pensa più così quando Black Racer l’afferra per il collo in una stretta che minaccia di spezzarglielo.

 

 

4.

 

 

            Ok, sei Capitan America e questo dovrebbe significare che non dovresti essere il tipo d’eroe che si fa strizzare da un supercriminale dotato di coda prensile. La coda bionica di Colubro è troppo forte per riuscire a liberarsene facilmente, ma, come si dice, c’è più di un modo per scuoiare un gatto, con tante scuse agli amici dei felini. Lanci il tuo scudo come ti è stato insegnato a fare. Lo scudo colpisce un angolo, rimbalza, una volta, due, ed infine si abbatte contro Colubro, che molla la presa, prima di sbatterti contro una parete. Tu ti raggomitoli e rotoli via, pio fai una capriola e ti rimetti in piedi in tempo per afferrare lo scudo.

-Bravo Mr. Bandiera.- è la voce di Marasso –Credi di potertela cavare contro di noi senza quell’aggeggio?-

            Assieme a lui c’è Crotalo, un nemico da non sottovalutare, tuttavia…

 -Ber, perché no?- rispondi. In fondo se Capitan America non è in grado di battere due avversari, per quanto superpotenti, tanto vale che lasci perdere tutto. Lasci cadere lo scudo e Marasso ne approfitta per saltarti addosso. 

            Prevedibile, pensi, mentre eviti l’assalto e ne usi lo slancio per proiettarlo oltre la tua schiena, dritto contro Black Racer che stava strangolando la Bionda Fantasma, provocando la caduta di tutti e tre. La ragazza rotola lontano e, rialzandosi ti si rivolge:

-Grazie, ma credo che me la sarei cavata lo stesso.-

-Ci credo, ma è a questo che serve il lavoro di gruppo… Tu sta buono Crotalo.- rispondi e, nel contempo, dai una gomitata a Crotalo che tentava di assalirti. Doveva ricordarsi di disattivare il sonaglio della sua coda prima di farlo. Il primo tempo vede Capitan America 2 e cattivi 0, puoi essere soddisfatto.

 

            C’è, invece chi non è soddisfatto ed è Elizabeth Mace, che familiari ed amici chiamano Lizzie, questi ultimi non di fronte a lei, di solito. Irrompe nella suite affittata da Sir Roger Aubrey a New York ed è chiaramente alterata.

-Cosa posso fare per te mia cara Elizabeth?- chiede il vecchio inglese, prendendo una tazza di the versatagli da un cortese cameriere.

-Desideravo solo avvertirla che non amo essere manipolata.-

-E chi l’avrebbe mai fatto?-

-Lei. Non so come, ma l’ha fatto. Ha fatto assegnare me e Martin Mitchell alla stessa unità investigativa sulla U.S.S. Simon Savage, una portaerei che, guarda caso, è dedicata ad un eroe di guerra che è stato il primo a scontrarsi contro l’Hydra.[2] E guarda caso, a comandare quella portaerei. È proprio il nipote di Savage. Troppe coincidenze, per essere solo tali.-

            Il volto di Sir Roger, non cambia espressione, mentre sorseggia il the.

-Mia cara io sono solo un vecchio gentiluomo inglese, cosa ti fa pensare che io possa influenzare le decisioni del JAG della Marina Americana?-

            Lizzie capisce che non riuscirà ad ottenere niente da quel colloquio ed esce sbattendo la porta. Non importa, sa già quel che voleva sapere, ora deve solo scoprire perché.

            Nella suite Roger Aubrey sorride. È in gamba quella ragazza, peccato sia una donna, sarebbe stata un ottimo Capitan America.

 

            Black Mamba ed Aspide. Altre due donne. Avevano deciso di rinunciare al crimine e si erano associate con l’originale Diamante in un’agenzia di sicurezza, la Bad Girls Inc., ora sembrano tornate sui loro passi; evidentemente Sidewinder ha fatto loro un offerta che non potevano rifiutare. Ora fronteggiano le due donne chiamate Citizen V e Lady Thunderer.

-Immagino sia inutile chiedervi se possiamo risolverla pacificamente, vero?- chiede Citizen V abbassando la spada.-

-Sai bene che è una domanda sciocca.- risponde Aspide –Ci hanno dato un lavoro e di solito mi piace portare a termine gli impegni che ho preso.-

-Peccato.- ribatte Citizen V –Questo vuol dire che saremo costrette a sconfiggervi.-

-Sembri molto sicura di te.- le si rivolge Black Mamba –Lo sei davvero?-

            La donna proietta la sua energia oscura e ne forgia un’immagine, una che solo Citizen V può vedere:

“Perdonami figlia mia”

-Mamma!-

            Sua madre, com’era il giorno che le rivelò tutta la verità su di lei, il giorno che la vide per l’ultima volta. Da allora ha cercato sempre di non pensarci e fino ad oggi avrebbe detto di esserci riuscita. Sembra così reale, ma non può esserlo. È il potere di Mamba Nero, ricorda, evocare immagini dal subconscio della sua vittima, deve scacciarla, riportarla nei recessi della sua mente in cui è sempre stata, deve. Colpisce di piatto con la spada e sente il grido di Mamba Nero mentre l’immagine si dissolve..ha vinto la sua sfida.

 

           

6.

 

 

Quando Jamie Castairs ha accettato di vestire il costume che fu di suo nonno, l’ero della 2° Guerra Mondiale noto come Thunderer, le è sembrata un’eccitante avventura, ma trovarsi sul campo è diverso, naturalmente. Chissà se il nonno aveva sentito lo stesso senso d’eccitazione, lo stesso groppo in gola alla sua prima uscita in costume? Eccitazione e paura al tempo stesso? Si, dev’essere così per forza. Alcuni dei suoi compagni hanno superpoteri, ma lei.. lei è solo un’atleta con un costume ed un microfono e questa tizia, Aspide, è pericolosa, da quel che ne sa può emettere scariche velenose che paralizzano od uccidono a seconda dell’intensità. Questo significa che non deve farsi beccare, il che non è così facile come può sembrare. Infatti, una prima scarica la coglie di striscio e Lady Thunderer si ritrova con il braccio sinistro totalmente paralizzato. Resiste al panico, passerà, deve passare, ora, però deve fare qualcosa alla svelta o sarà finita.  Resta bloccata in ginocchio finché Aspide non si avvicina e poi scatta sferrando un colpo di karate col braccio buono e sotto la maschera sorride vedendo l’avversaria cadere. Non avrebbe potuto rifarlo un’altra volta.

 

            Lo scontro è frantumato, ormai in una serie di battaglie individuali. Nuklo si sta battendo contro Rock Python. La vita non è stata molto buona con Robert Frank Jr. Prima della sua nascita, nel 1950, i suoi genitori Robert Frank e Madeline Joyce, gli eroi della Seconda Guerra Mondiale noti come Trottola e Miss America.erano stati irradiati da una pila atomica e lui era nato con le caratteristiche di una bomba atomica vivente. Per impedirgli di nuocere, fu posto in animazione sospesa in una camera del tempo da cui era uscito solo in tempi recenti, adulto, ma con la mente di un neonato, causando involontariamente un sacco di guai, poi rimediati dai Vendicatori.[3] In seguito era guarito ed era tornato ad un’apparente normalità, proprio in coincidenza con la morte del padre.[4] Che fosse merito dell’ibernazione o della particolare struttura atomica del suo corpo, fatto sta, che, ad oltre 50 anni d’età, Robert ne dimostrava meno di 30; ora, grazie all’aiuto di esperti del settore, aveva raggiunto una maturazione psichica ed un educazione adeguata alla sua età. Per sua fortuna è uno che impara molto in fretta. Indossare i panni del supereroe è stata per lui una scelta obbligata ed ora è ansioso di mostrarsene degno. Rock Python è forte, ma per quanto sia dotato di superforza, non può superare le sue capacità. Nuklo ha imparato a padroneggiare un potere che potrebbe essere devastante, un potere che gli permette di aumentare i suoi livelli di forza sino a costringere Rock Python a cedere dopo un’estenuante scazzottata. Il vincitore è Nuklo

 

            Sotto la maschera indossata dalla ragazza di nome Glitter, c’è una studentessa nippoamericana di nome Julie Tanaka. Come Topspin e Nuklo è una mutante. Il potere che possiede le è giunto attraverso sua nonna, Gwenny Lou Sabuki, che, quando era ragazzina ottenne da un incidente dei superpoteri e nei panni dell’eroina chiamata Golden Girl combatté contro i nazisti e fu poi, per un breve periodo, partner del terzo Capitan America. Anche per Julie questo è un battesimo del fuoco ed è determinata a superarlo ad ogni costo. La sua avversaria è Diamante e le lancia contro i suoi dardi avvelenati, che vengono bloccati dalle scariche d’energia che le escono dalle dita, una forma d’energia elettrica o, forse, più esattamente, bioelettrica, che le consente non solo di disarmare la sua avversaria, ma anche, dopo un’estenuante corpo a corpo, fatto di finte e schivate, di stenderla quando una delle sue scariche raggiunge Diamante in pieno.

 

 

7.

 

 

            Topspin riesce ad evitare la stretta di Anaconda e continua a roteare a velocità sempre crescente. La sua avversaria si ritrova colpita più e più volte, senza poter ribattere ed alla fine, cade, portando nella sua caduta anche il vicino Cervone, di fatto schiacciandolo sotto la sua mole e questo, unito alla forza dell’impatto, basta a metterlo fuori combattimento. Topspin smette di roteare e sorride, come prima uscita sul campo, non è stata affatto male.

 

            La porta dell’ufficio dell’uomo chiamato Paul Hadley Morgan Jr. si spalanca di colpo e due corpi vengono gettati dentro, mentre Falcon appare nel vano. Alle sue spalle s’intravedono i corpi degli uomini della sua sicurezza.

-Ma che Diavolo… ?- esclama l’uomo.

-Ti ho riportato la merce, Morgan.- gli si rivolge Falcon –La prossima volta usa killers più in gamba.-

            L’ira deforma il volto del mafioso nero.

-Non capisco cosa vuoi dire..-

-Oh lo sai benissimo, invece. È il solito giochetto: tu mi vuoi morto ed io ti voglio dietro le sbarre. Sai una cosa? Non lo vincerai tu.-

-Non contarci Falcon, non contarci.-

            Un sorriso si forma sulle labbra del difensore di Harlem.

-Vedremo, Morgan, vedremo. Nel frattempo, ti do un consiglio gratuito: bada alla tua sicurezza, non ho affatto faticato ad arrivare sin qui, sai? I tuoi scagnozzi non valgono la paga che gli dai..-

-Fuori di qui!-

-Con molto piacere. Alla prossima, Morgan.

            E così dicendo, Falcon apre la finestra e spicca il volo. È consapevole dello sguardo d’odio del suo avversario sulla schiena, ma non gli importa. Di una cosa è sicuro: che sia o meno eletto, al Senato di Stato, sia come Falcon, che come Sam Wilson continuerà a combattere per Harlem, per la gente onesta e finché avrà respiro farà tutto quanto è in suo potere perché quelli come Morgan non prevalgano.

 

            Bitis è esterrefatto: di dodici membri della Società dei Serpenti in campo solo lui è rimasto in piedi. Quei pivelli li hanno battuti tutti ed ora lo stanno circondando.

-Non.. non è possibile!- esclama.

-Pare di si.- è il commento di Capitan America –Pensi di arrenderti con le buone adesso, o…-

            Non ha bisogno di continuare, Bitis sa che la lotta è finita.

 

 

EPILOGO

 

 

            I dodici membri della Società dei Serpenti sono stati portati via, assieme ai pochi superstiti dell’esercito privato della Baronessa, da una squadra di agenti dell’F.B.S.A. chiamati per l’occasione. Quella stessa notte spariranno tutti dalle loro celle senza lasciare traccia. Sidewinder non abbandona i suoi associati.

 

            Le prime ombre della sera si allungano sugli Appalachi e tu, Capitan America, trovi Citizen V apparentemente intenta a guardare il tramonto.

-È ora di andare.- le dici –Vieni?-

            Lei sembra quasi non ascoltarti, poi, senza voltarsi, parla:

-Quando accettai questo costume, non so bene perché lo feci. Mi dissero che ero la sola che poteva farlo, la sola che poteva riscattare il nome di Citizen V dal fango che vi aveva gettato Zemo, dissero che era mio dovere farlo, perché… perché…-

-Perché anche tu eri una Watkins, non è vero Dallas Riordan?- termini tu.

            La donna nota come Citizen V si sfila il cappuccio rivelando il volto della rossa ex assistente del Sindaco, ora latitante ricercata.

-Da quanto lo sai? Te l’hanno detto loro.. Aubrey ed i suoi?-

-No. Non ce n’era bisogno. Ho un cervello, dopotutto: se Heike Zemo non era la vera Citizen V e se quella vera era sua prigioniera e lo eri anche tu…Ho fato un po’ di ricerche prima di partire. Non sai quante cose può farti sapere un computer in pochi minuti. Tra i fiancheggiatori del Battalion c’era un poliziotto di nome Jimmy Riordan, il cui padre era stato membro del Battalion durante la guerra ed aiutò Paulette Brazee, la compagna dell’Originale Citizen V, ad espatriare dopo che il vecchio Zemo lo uccise e massacrò la quasi totalità del Battalion stesso. Secondo le carte Jimmy ha avuto una figlia: tu. Quello che le carte non dicono è, naturalmente, che Jimmy Riordan non è il tuo vero padre, giusto?-

-E tu come lo sai?

-Intuito. Perché John Watkins era così interessato a te da lasciare Londra per venire a difenderti dall’accusa di essere l’Incappucciata? Perché proprio tu eri Citizen V? Nella logica del Battalion c’era una sola risposta possibile. Avevo detto a Watkins che a quanto ne sapevo non aveva figlie… Non mi rispose. Il motivo era chiaro.-

-Avevo 18 anni quando lo scoprii. Mio padre, quello che credevo mio padre, era morto sei mesi prima. Un giorno John Watkins Jr. venne a trovarci. Lo conoscevo come un vecchio amico di famiglia. Quel giorno seppi che per mia madre era sto qualcosa di più. Lasciai casa mia lo stesso giorno e partii per New York. Non ho più visto mia madre da allora, ma perché dovrebbe importarti?-

-E perché non dovrebbe? Siamo tutti esseri umani, Dallas, Commettiamo degli errori e poi passiamo il nostro tempo a cercare di rimediare. Possiamo solo sperare di fare del nostro meglio. Forse dovresti concedere un’opportunità a coloro che ti amano.-

Si… forse lo farò.- risponde lei –Sai parlare bene, Capitano, sai? E non devi essere affatto male sotto quella maschera.-.

            Esiti, poi ti dici: perché no? Meglio giocare ad armi pari. Ti abbassi il cappuccio e riveli il tuo volto:

-Il mio nome è Jeff Mace, mio nonno si chiamava come me ed è stato l’eroe noto come il Patriota e poi come Capitan America III. Come vedi, abbiamo qualcosa in comune.-

-Si, pare di si. Bene, penserò a quanto mi hai detto….Jeff, ma ora devo pensare a riabilitare il mio nome e smascherare la vera colpevole, colei che si nasconde veramente sotto la maschera ed il nome dell’Incappucciata, la donna che mi ha ipnotizzato e spinto tutti, perfino me a credere di essere il capo dei Signori del Male. È là da qualche parte e ride soddisfatta. Cancellerò quel sorriso una volta per sempre. Non mi fermerò, finché non ci sarò riuscita.-

-Se avrai bisogno d’aiuto, devi solo fare un fischio ed io arriverò… sai fischiare vero?-

            Per la prima volta lei fa una risata allegra:

-Certo!- risponde. -È facile.-

            Vi rimettete le maschere ed insieme correte verso il jet che vi sta aspettando. Il giorno è finito, ma la vostra lotta non finisce mai

 

 

FINE QUARTA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

                Ed eccoci alla fine di un numero dove l’azione ha prevalso su quasi tutto il resto. Per coloro che avessero bisogno di delucidazioni, eccone un po’.

1)       Il V Commando ed i suoi componenti non mi dilungo, per ora, si sono efficacemente presentati nel corso della storia. Vi dirò solo che sono accomunati dall’essere tutti discendenti di eroi mascherati della cosiddetta Golden Age, quando la Marvel si chiamava Timely. Sono quasi tutte creazioni originali. Tra le eccezioni due meritano menzione: A) Nuklo, il figlio della Trottola e di Miss America, è stato creato nel 1974 da Roy Thomas, un vero fanatico della Golden Age, & Rich Buckler. Da allora ha fatto più di una comparsa, specie negli albi dei Vendicatori o legati al loro mondo. B) La bionda Fantasma (Phantom Blonde), alias Wanda Louise Mason, creata nelle pagine di Sensational She Hulk da Steve Gerber & Brian Hitch, dovrebbe essere la figlia minore dell’eroina Golden Age. Fantasma Biondo (Blonde Phantom) alias Louise Grant Mason. Il problema è che, per quanto sia minore, non può certo essere nata quando sua madre aveva più di 50 anni, ma se sia o meno il caso di fare una retcon o meno al riguardo, ne riparleremo.

2)       Coloro che hanno letto la testata Thunderbolts avranno notato molte differenze tra la mia versione del V Battalion e quella fornita da Fabian Nicieza. Eccone alcune che riguardano i membri del Commando V. A) Topspin, alias Darren Mitchell ha un fratello gemello, David Jr., che non abbiamo ancora visto e non sappiamo se abbia superpoteri; ha anche un cugino più anziano, Martin, apparentemente senza poteri, che abbiamo visto come collega di Lizzie Mace. B) Glitter, alias Julie Tanaka, la nipote di Gwenny Lou Sabuki, è ispirata al personaggio di Goldfire, ma non ha poteri incendiari, bensì, bioelettrici, naturalmente non si chiama Sabuki di cognome, perché in genere, i figli prendono il cognome del padre e non dalla madre o nonna materna. Da buona nisei (americana di origine giapponese) ha un primo nome anglosassone.

3)       Le rivelazioni su Dallas Riordan non sono certo state inaspettate, immagino, ma se lei è Citizen V, chi è l’Incappucciata? Dovrebbe essere facile capirlo, ormai, credo. Comunque sia, ne sapremo presto di più, prometto. -_^

4)       Alla fine Jeff Mace ha rivelato la sua vera identità a qualcuno che non la conosceva. Non sarà l’ultima volta, pare.

Nel prossimo episodio: una storia speciale narrata da un ospite d’onore. Fabio Volino smette i panni di supervisore per una storia e li cede al sottoscritto, per assumere quelli di autore di un racconto narrato dalla prospettiva di Cap, dandomi il tempo di preparare un #25 che speso sarà all’altezza delle aspettative (mie e vostre). Non mancate

 

 

Carlo



[1] Al termine della Crisi di Onslaught in Onslaught Marvel Universe (Marvel Crossover #)

[2] Credeteci sulla parola, è avvenuto in Captain Savage & His Leatherneck Raiders, inediti

[3] In Giant Size Avengers #1 (Thor, Corno #133/134) e Avengers Annual #6 (Thor, Corno, #202)

[4] Nella miniserie Vision & Scarlet Witch (Play Book #1)